Scritti brevi e semiseri.

ATTENZIONE ANNUNCIO SMARRIMENTO.
Smarrito portafogli contenente unica foto di persona cara scomparsa, documenti personali e venti euro. Chi lo ritrovasse tenga pure la fotografia e i documenti, ma mi restituisca le venti euro alle quali sono sentimentalmente legato. Telefonare lontano dai pasti a casa mia.


STORIELLA studentesca VIETATA AI MINORI di 18 anni.
(si consiglia la lettura ad un pubblico adulto per evitare eventuali emulazioni)
DON'T TRY THIS AT HOME!!!

In quei giorni si svolgevano i compiti in classe per le prove finali.
Il professore diede la traccia del tema: “La cosa che vi piace di più.”
Schifato dalla banalità di quella traccia e dall’alto del mio snobbismo letterario mi rifiutai di svolgere il compito in classe. Poi spinto dalle insistenze del professore (peraltro costantemente ubriaco) decisi di scrivere tre parole sotto la traccia:

“La cosa che vi piace di più.”
Svolgimento:
La feXXa.

Intendendo con quel termine, così significativo, l’organo riproduttivo femminile.
Tutto ciò scatenò l’ira funesta dell’allora docente di italiano che si sentì offeso nell’animo di povero professore che cerca di tirare a campare in classi di giovani/neosnob/assassini/liceali. Il professore con il suo italiano stentato mi ordinò di venire accompagnato dal genitore maschio in quanto intendeva darmi una punizione per la gravità di quel tema.
Tentai di spiegare che forse il compito era incompleto e che meritavo un voto basso ma in effetti era quella la cosa che a me piaceva di più! Il professore, imbestialito, urlando come un ossesso, in preda ad un livore da infarto, iniziò a inveire contro quel tema strappando il mio foglio e promettendo terremoti scolastici se all’indomani non fossi stato accompagnato da mio padre.
Ora, signori della corte, mettetevi nei miei panni: potevo mai spiegare a mio padre di aver scritto La feXXa in un compito di italiano facendo rischiare un mezzo infarto al mio prof?
Naturalmente a casa non dissi niente dell’episodio e all’indomani, dopo una ventina di ore, tornai in classe e tornò anche il professore a cui il mio compito non era piaciuto.
“Allora?” disse il prof “Oggi fai l’agnellino!! Non fai l’intellettuale? E come mai? Ti avevo detto di venire accompagnato da tuo padre. Dov’è?”
“Presso’ a papà il compito è piaciuto e non riesce proprio a capire perché a voi non sia piaciuto!”
“Insomma ora basta quel compito è una vergogna!!! E tu dovevi venire accompagnato da lui!!”
“Presso’ papà non è venuto e vi manda a dire che con i ricchioni non ci parla!!”
Il professore rassegnato iniziò a spiegare perché Virgilio scrisse l’Eneide mentre alcuni miei compagni ancora ridevano e tutti gli altri iniziavano a cacciare panini e kinder Delice.
E’ dura la vita del professore.