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Musicamanovella - L'Amore  Cieco o ci Vede Poco

mercoledì 21 gennaio 2009

CAMPAGNA CONTRO LA DISCRIMINAZIONE SESSUALE DEI PARRUCCHIERI.

Tino&Tico
(racconto)

Tino abitava su quella strada scoscesa che dalla chiesa portava alla piazza.
Due case più sotto abitava Tico.
Tino era un parrucchiere.
Tico invece era un pappagallo nano parlante tutto verde con una macchia arancione sul petto.
Tino usciva tutte le mattine alle 8.
Il padrone di Tico tutte le mattine alle 8 metteva la sua gabbia sul balcone.
Tino aveva i modi gentili tipico della maggior parte dei parrucchieri.
Tico aveva l’ironia tipica dei pappagalli parlanti delle barzellette.
Ed è per queste due attitudini che ogni mattina l’incontro tra i due si trasformava in una storia da raccontare.
Tino, impeccabile e curato come una puttana da 300 € a botta, alle 8 s’incamminava verso il suo negozio e ogni volta che passava sotto il balcone dove si stava annoiando Tico sentiva una voce gracchiante e insolente urlare appassionatamente:
“Ricchio’! Ricchione!! Sei un ricchionazzo!!”
“pappagallo di merda stai zitto!!!” rispondeva Tino con i suoi modi gentili.
“Lo vedi che sei un ricchionazzo!!!”
La giornata di Tino era irrimediabilmente rovinata da quel pappagallo di merda!
Tutte le mattine!!!
Tino provò a parlarne con il proprietario del volatile (non ho scritto uccello per non eccitare Tino) provò a chiedergli di cacciare il pappagallo un quarto d’ora più tardi ogni mattina ma non ci fu verso.
Alle 8, puntuale come mai un treno italiano, Tico era lì a condannare Tino:
“Ricchio’! Sei Ricchione!!! Ricchionazzo!!!”
Finché un giorno Tino decise di porre fine alle angherie del pappagallo Tico.
Uscì di casa con un sacco e si arrampicò su per i tubi del gas fino al balcone di Tico e lo rapì!
Scese con calma da dove era salito e mentre scendeva meditò di assassinare il pappagallo e simularne il suicidio.
Ed è qui che il racconto supera il confine del noir per prendere una calata pulp.
Una volta in strada Tino afferrò il sacco con due mani e iniziò a sbatterlo con forza contro il muro.
“Muori bastardo!!!” esclamò mentre chiudeva il sacco con un laccio.
Ripose il sacco in terra e iniziò a prenderlo a calci con quanta più forza poteva mettere nel suo tricipite femorale. Poi prese una spranga deciso a finirlo. E iniziò a picchiare il pappagallo rinchiuso e ogni tanto prendeva il sacco e lo roteava in cielo in segno di vittoria.
Il pappagallo non dava più segni di vita.
Tino stremato aprì il sacco per godere dello spettacolo di sangue e morte!
Tico intontito cacciò la testolina fuori dal sacco e si guardò intorno, guardò Tino e disse:
“Mamma mia e che TERREMOTO!!! Sono morti tutti!!! CI SIAMO SALVATI SOLO IO E IL RICCHIONAZZO!!!”

si ringrazia Sgubo per l’idea.

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