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Musicamanovella - L'Amore  Cieco o ci Vede Poco

lunedì 18 maggio 2009

FENOMENOLOGIA DEL TAGADA'

Vi giuro che esistevano ragazze per le quali eri un figo se stavi in piedi sul tagadà! Io non ci sapevo stare nemmeno seduto sul tagadà figuriamoci se mi sarebbe mai venuto in mente di alzarmi! Anzi a dir la verità avevo studiato gli atteggiamenti di quella giostra e avevo notato che quando il “giro” sembrava finito il giostraro, conscio dell’instabilità emotiva di noi ragazzini, dava uno scossone finale e chi non era avvezzo a equilibri precari spesso cadeva. Io restavo ben ancorato alle maniglie finché non vedevo il cancelletto aprirsi. [Che strana soddisfazione gioire per la fine di un “giro” per cui hai pagato prima che iniziasse]
Sul tagadà capii di non poter ambire ad essere figo come quelli che stavano in piedi al centro della giostra e camminavano in senso contrario rispetto al giro in senso orario di quella specie di padella. Mi mancava stabilità e poi odiavo quelle canzoni da giostre che provenivano da certi circuiti dance o solitamente a palla suonavano a loop l’ultimo successo del festival della canzone italiana. Un anno sentii tante di quelle volte “Donna con te” di Anna Oxa che ancora oggi conosco tutto il testo a memoria e me ne vergogno non poco. Quest’anno ho scoperto che hanno inventato il Tagadà per bambini e nani: un minitagadà dalle dimensioni ridotte per far provare l’ebbrezza della figherìa dello stare in piedi al centro della giostra anche ai bambini, una sorte di navescuola verso l’ambitissimo centro del Tagadà grande. Comunque è una questione di instabilità la mia. E di illusioni.
Conclusione.
Mi sono sempre chiesto se era più figo fare 100.000 punti al PUGNO o stare in piedi sul TAGADA’. Probabilmente morirò con questo dilemma.

roccospagnoletta per il sociale
per scrivere questa nota ho rischiato di spezzarmi più volte le braccia sul Tagadà.

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